Se ti chiamano numeri sconosciuti con prefissi strani, questo è il protocollo da seguire passo dopo passo

Lorenzo Lorenzi

Novembre 17, 2025

Le truffe telefoniche non si fermano con un semplice “non rispondo”: se ti chiamano da numeri sospetti, serve una piccola procedura da seguire per bloccarli, segnalarli e proteggere i tuoi dati.

Le truffe telefoniche sono diventate una presenza fissa nelle nostre giornate: squilli improvvisi, numeri con prefissi strani, finti operatori che si presentano come banca, corriere, fornitore di luce e gas. In molti casi l’istinto è giusto: non rispondere, o riagganciare subito. Ma non basta. Quelle chiamate non colpiscono solo te: rimbalzano su migliaia di persone, spesso molto meno attente, e dietro c’è quasi sempre un sistema organizzato che sfrutta numeri riciclati, linee estere, prefissi insospettabili. Per questo, oggi, si parla sempre di più di una procedura da seguire quando ti arriva un numero che non ti convince, così da limitare i danni e ridurre le possibilità che lo stesso schema si ripeta.

Perché certi numeri sono pericolosi e come riconoscerli

Chi organizza frodi telefoniche non lavora più “alla vecchia maniera”, con un singolo numero e qualche chiamata casuale. Spesso compra interi blocchi di numerazioni, anche dismesse da vecchie attività commerciali: dietro può comparire il numero di una ex officina, di un vecchio centro assistenza, di uno studio professionale che non esiste più. Chi riceve la chiamata, vedendo un fisso italiano apparentemente normale, abbassa la guardia. Lo stesso accade con i numeri mobili: a volte sfruttano numeri che somigliano al tuo, con le prime cifre uguali, così da sembrare “più vicini” e familiari.

Poi ci sono i prefissi esteri: telefonate che arrivano da numeri che iniziano con +370, +371, +375, +381, +255, +91, +351, +383 e altri ancora, senza che tu abbia contatti in quei Paesi. Non vuol dire che siano sempre truffe, ma se non aspetti chiamate dall’estero e ti arriva un numero del genere, la prudenza è d’obbligo. Lo schema classico è doppio: o partono con una chiamata vera e propria in cui si spacciano per servizio clienti, corriere internazionale, operatore bancario, oppure usano la famosa “truffa dello squillo”: un solo squillo brevissimo, giusto il tempo per farti vedere il numero e spingerti a richiamare, magari verso un servizio a pagamento.

Una variante ancora più insidiosa riguarda i numeri che sembrano a tutti gli effetti italiani: prefissi come 020…, 011…, 081…, fissi di grandi città, che in passato sono stati segnalati come fonte di chiamate aggressive, phishing, richieste di dati personali. A volte vengono clonati (spoofing), altre volte appartengono a call center che lavorano al limite tra marketing spinto e vera truffa. Il copione è quasi sempre lo stesso: voce molto sicura, presentazione come banca, assicurazione, gestore energia, tono allarmato su presunti “movimenti sospetti” o “contratti da aggiornare”, richiesta di codici, password, dati della carta.

Il problema è che queste conversazioni sono studiate per metterti fretta: ti dicono che devi decidere subito, che la linea si chiuderà, che c’è un rischio immediato sul tuo conto. In quel momento, se non hai le idee chiare, puoi facilmente cadere nella rete. Per questo è importante imparare a riconoscere almeno alcuni segnali:

parlano di soldi o bollette, ma non ti sanno dire con precisione né il tuo contratto né i tuoi dati anagrafici;
ti chiedono di installare un’app sul telefono o sul computer per “aiutarti”;
ti chiedono di dettare codici OTP, password, credenziali di accesso, CVV della carta;
ti sollecitano a premere un numero sulla tastiera per parlare con un operatore.

In tutti questi casi non sei di fronte a un normale operatore: sei dentro a una tentata truffa. E qui entra in gioco la famosa “procedura apposita”.

La procedura da seguire se ricevi una chiamata sospetta

Quando sul display compare un numero che non conosci, specialmente se ha prefissi strani o un formato che non ti torna, la regola base è semplice: se non aspetti nessuno, non rispondere. Ma il passo successivo è altrettanto importante. Subito dopo puoi cercare il numero su internet o tramite le app che raccolgono le segnalazioni degli utenti: spesso scoprirai che è già stato etichettato come spam o truffa. A quel punto, dal tuo telefono, puoi bloccarlo e segnarlo come indesiderato, così non potrà più contattarti da quella linea.

Se invece hai già risposto, la cosa fondamentale è non farti trascinare. Appena senti frasi come “ci sono movimenti sospetti sul suo conto”, “mi conferma il codice che vede sullo schermo”, “per sicurezza deve installare questa app di controllo”, la mossa giusta è una sola: riagganciare subito. Non devi spiegarti, non devi giustificarti, non devi temere di essere “maleducato”. Dopo aver riagganciato, blocca il numero e segnalo come spam. Se ti arrivano SMS o messaggi WhatsApp collegati alla chiamata, con link da cliccare, cancellali senza aprire nulla.

C’è poi un passaggio che molti saltano e che invece è utile: la segnalazione. Se la chiamata era chiaramente truffaldina, se qualcuno ha tentato di farti dare codici bancari, puoi informare il tuo operatore telefonico chiedendo se è possibile attivare filtri o blocchi per determinate fasce di numeri, ad esempio per alcuni prefissi internazionali che non usi mai. Per i casi più seri, soprattutto se sei arrivato a comunicare dati sensibili, è importante avvisare subito la tua banca o la società della carta di credito: chiedi il blocco immediato della carta o del conto, cambia le password di accesso, attiva notifiche via SMS o app per ogni movimento.

Nel caso in cui ti accorgessi di aver già subito un addebito non autorizzato, o di aver comunicato informazioni molto delicate, il passo successivo è rivolgersi alle forze dell’ordine, conservando tutti i dettagli possibili: giorno e ora della chiamata, numero visualizzato, eventuali sms ricevuti, importi sottratti, nome con cui si è presentato l’operatore. Una denuncia alla polizia o ai carabinieri permette di avviare verifiche e, in alcuni casi, di rientrare almeno in parte delle somme perse. Lo stesso vale per i casi in cui ti vengono proposti contratti di luce, gas o telefonia con modalità poco trasparenti: se ti senti ingannato, puoi chiedere assistenza alle associazioni dei consumatori.

Per quanto riguarda il telemarketing aggressivo, che non è sempre truffa ma spesso sfocia in pratiche scorrette, in Italia esiste il Registro Pubblico delle Opposizioni: iscrivendo il tuo numero, autorizzi il sistema a escluderti dai database usati per le campagne promozionali, e in teoria dovresti ricevere molte meno chiamate commerciali indesiderate. Non è un muro invalicabile, perché i furbi aggirano le regole, però è un tassello in più per limitare il bombardamento quotidiano.

Infine, c’è la parte meno tecnica ma più efficace: parlarne. Raccontare a genitori anziani, parenti, amici meno pratici di tecnologia cosa succede in queste chiamate, quali frasi usare per chiudere subito il discorso, perché non si devono mai dare codici, password, dati bancari per telefono. Ogni persona informata è un bersaglio in meno. La procedura, in fondo, è questa: riconoscere il segnale, non farsi prendere dall’ansia, interrompere la conversazione, bloccare e segnalare. Non è complicato, ma va messo in pratica ogni volta, senza eccezioni.