Aprire un browser e trovare la barra delle schede affollata in cima allo schermo è una scena comune tra chi lavora con molte pagine aperte. ChatGPT Atlas, il browser di OpenAI, si sta evolvendo in modo netto: la novità più visibile è l’introduzione delle schede verticali, una soluzione che ribalta l’abitudine delle tab orizzontali. OpenAI ha preso spunto da design già noti, cambiando la disposizione delle tab e aggiungendo opzioni per personalizzare l’esperienza. Un dettaglio che molti sottovalutano: non si tratta solo di estetica, ma di come lo spazio sullo schermo viene sfruttato per lavorare con decine di pagine contemporaneamente.
Interfaccia e novità pratiche
La modifica più immediata è visibile nella barra laterale sinistra: le schede possono essere spostate lì, ridimensionate e riordinate con il drag-and-drop, come avviene in alcuni browser di riferimento per designer e utenti avanzati. Qui la barra laterale diventa il fulcro della navigazione, ma resta un compromesso: l’indirizzo rimane ancora nella parte alta della finestra invece di essere incorporato nella barra stessa. Questo significa che l’esperienza non è ancora completa come in altre interfacce affermate, ma è un passo concreto verso una maggiore organizzazione delle sessioni di lavoro.

Tra le funzionalità pratiche introdotte, c’è la possibilità di selezionare più schede tenendo premuto Comando o Maiusc, utile quando si naviga con decine di tab aperte; la gestione dei download è stata semplificata per evitare confusione; e durante l’installazione è previsto l’import delle estensioni dal browser principale, anche se questa opzione è per ora limitata ai nuovi utenti. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è quanto queste micro-migliorie influiscano sulla produttività quotidiana, soprattutto su schermi ampi dove lo spazio verticale è abbondante.
In più, Atlas ora permette di impostare Google come motore di ricerca predefinito, una scelta che allinea il browser alle abitudini di chi cerca risultati immediati e familiari. La funzione era assente o marginale prima, quando Atlas mostrava raccolte di fonti selezionate: ora chi preferisce i risultati classici può usarli direttamente. Un dettaglio operativo ma rilevante per chi valuta l’efficacia del browser nella ricerca d’informazioni.
Perché conta per il futuro dei browser
Il cambiamento introdotto da Atlas va oltre l’interfaccia: conferma una tendenza più ampia nel mercato dei browser AI, dove l’obiettivo è trasformare la finestra del browser in un assistente che sintetizza informazioni e guida la navigazione. Esistono ormai diverse alternative — estensioni e nuovi progetti che integrano modelli conversazionali — e la concorrenza spinge le piattaforme a copiare le idee migliori per restare competitive. Un fenomeno che molti notano: l’imitazione non è solo una scelta estetica, è un modo rapido per portare strumenti utili agli utenti.
Atlas mette ChatGPT al centro dell’esperienza: basta inserire un URL o porre una domanda per ottenere una risposta sintetica, anziché limitarsi al solo elenco di link. Questo approccio pone il browser come strumento di supporto alle ricerche, non solo come vetrina di siti. Allo stesso tempo, permangono questioni pratiche: la profondità delle fonti citate, la trasparenza dei risultati e l’integrazione con altri servizi rimangono punti da migliorare. Un dettaglio che molti sottovalutano riguarda l’ecosistema Apple: il supporto per iCloud Keychain semplifica la sincronizzazione delle password e riduce la dipendenza da gestori di terze parti, particolarmente utile per chi lavora su Mac in Italia e in altri mercati.
Nel complesso, l’arrivo delle schede verticali e di funzioni come il motore di ricerca predefinito segnala che i browser stanno diventando strumenti ibridi, tra navigazione e assistenza. Se altre realtà mainstream adotteranno queste opzioni, potremmo vedere una trasformazione stabile del design dei browser: un cambiamento che chi utilizza molte schede noterà fin da subito sulla propria scrivania digitale.
